l’iTAliano innanzitutto, istruzioni per l’uso
La ripresa dell’attività in presenza per il Panathlon Club Trieste-Muggia, dopo la lunga pausa dovuta alle limitazioni causate dalla pandemia, è stata l’occasione per presentare in anteprima ai soci l’iniziativa “Io Parlo e Scrivo in Italiano”, attivata in collaborazione da Panathlon Distretto Italia e Unione Stampa Sportiva Italiana. La parte dibattimentale sull’argomento è stata questa volta tutta “interna” giacchè Il relatore è stato Matteo Contessa, segretario dello stesso club e componente del gruppo di lavoro misto Panathlon-Ussi che ha materialmente plasmato e gestisce lo svolgimento dell’iniziativa.
Presentata sotto forma di Appello Pubblico, come ha illustrato Contessa, “Io Parlo e Scrivo in Italiano” è un’operazione di rivalutazione della lingua italiana, non una guerra santa contro l’uso delle lingue straniere, anglicismi in testa. E’ ovvio che quei termini idiomatici stranieri che ormai sono conosciuti da tutti e fanno parte della parlata comune (specialmente se non hanno una traduzione immediata ed efficace in italiano), non sono in discussione. “L’iniziativa si prefigge invece – ha spiegato il relatore – di tornare a pensare e di conseguenza parlare innanzitutto italiano, evitando di dover fare ricorso a termini stranieri solo per sfoggio di conoscenza o per fare tendenza. Perché oltretutto molto spesso questi termini stranieri sono usati senza un’attinenza precisa, a volte anche fuori luogo e finiscono per confondere o rendere incomprensibile il senso di ciò che si vuol dire all’ascoltatore che magari non ha conoscenza piena delle lingue straniere”.
Un’iniziativa che punta a coinvolgere anche giornalisti, scrittori, intellettuali, divulgatori e naturalmente le generazioni più giovani, quelle che in special modo nei social usano acronimi, abbreviazioni e termini stranieri “un tanto al chilo” e che invece manifestano lacune evidenti e spesso gravi nell’utilizzo scritto e parlato dell’italiano.
Nel corso dell’ampio dibattito che ne è seguito Matteo Contessa ha spiegato ai presenti le modalità di adesione all’appello e soprattutto li ha investiti tutti indistintamente del “potere di iniziativa” per divulgarlo all’esterno a tutti i livelli della società civile, giacchè ogni socio del Panathlon Italia può essere artefice attivo della riuscita dell’iniziativa.