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CONVEGNO CONI: Risultati e obiettivi nella parità di genere nello sport

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Una platea particolarmente affollata e coinvolta ha seguito ieri, giovedì 27 febbraio, il convegno su L’equità di genere nello sport italiano, che si è tenuto nella sala San Giusto del Savoia Excelsior Palace. È stato fatto tanto, è stato detto in premessa, richiamando la raggiunta parità di partecipazione donne-uomini alle Olimpiadi a Parigi, ma è tanto anche quello che bisogna ancora fare per sensibilizzare e far capire dove si annidano determinate consuetudini del linguaggio, certe scelte nell’utilizzo delle immagini e poi alla copertura mediatica ed al rispetto di qualsiasi tipo di differenza.
L’obiettivo, è stato chiarito all’inizio, è quello di aumentare la consapevolezza di tutto ciò che costituisce pregiudizio di genere nei vari aspetti della rappresentazione nel contesto sportivo.
Il presidente del Coni FVG Giorgio Brandolin ha aperto i lavori che, coordinati dalla vicepresidente Martina Orzan, si sono sviluppati con ritmo incalzante grazie agli interventi di Alessia Tusselli (in collegamento), Ottavia Ortolani, Claudia Giordani, Gianfranco Puddu e Luca Grion, seguiti poi dal dibattito.
Qui sotto i documenti scaricabili dal sito del CONI FVG (click sulle immagini).

Il ruolo della donna nelle federazioni
Sport e parità di genere nel convegno del Coni «Trieste un’isola felice»
Il ruolo attivo della donna nelle società sportive e nelle federazioni è stato al centro del convegno “21 tappe per l’equità di genere nello sport italiano”, promosso dalla Fondazione Milano Cortina 2026 e dal Coni, che si è svolto ieri al Savoia Excelsior Palace.
Ad aprire i lavori il presidente del Coni Fvg Giorgio Brandolin: «Un piccolo passaggio in questa regione sull’equità di genere – ha ricordato – l’abbiamo anche portato avanti: siamo l’unico comitato che ha quattro donne su otto componenti».
Equità di genere «è un termine che comprende sia le pari opportunità che la sostenibilità – ha spiegato la vice presidente del Coni Claudia Giordani – ambiti per rendere il mondo in cui operiamo più equo e più attento alle necessità di tutti e tutte. Noi del mondo dello sport dobbiamo interrogarci e confrontarci su questo tema che è prioritario, perché dal Comitato olimpico internazionale ci vengono suggerite e presentate delle raccomandazioni proprio in tal senso».
Trieste è un mondo a parte, «sicuramente è un po’ un’isola felice – ha detto Martina Orzan, vice presidente del Coni Fvg – dove abbiamo dei numeri molto alti di donne che praticano le varie discipline sportive e che ottengono risultati agonistici rispetto al panorama nazionale».
Le quote rosa non piacciono al Coni, non nel principio ma nella modalità attuativa. Il senso delle attività messe in campo le ha illustrate Gianfranco Puddu, docente formatore della Commissione tecnica nazionale per l’attività giovanile: «Sono attività molto pratiche volte proprio al rispetto delle regole, all’etica e alla parità di genere. La problematica delle quote rosa, che molti sportivi e molte sportive non accettano, perché tentano di superare la diversità, quella che non è una parità di genere, e reintroducono un’ambiguità. Utilizzare una norma per rendere uguale una donna, equivale a far rientrare dalla finestra quello che è un pregiudizio e uno stereotipo che ormai è insito nella nostra cultura. Il lavoro che stiamo facendo – spiega Puddu – affronta proprio questa problematica, passare dalle parole ai fatti proponendo un’attività di campo, perché al di là dei principi sui quali possiamo essere tutti molto d’accordo, c’è il problema di trasferire tutto nella pratica di tutti i giorni e renderlo un aspetto comune, di routine, non un evento eccezionale legato a determinate situazioni o una norma da dover seguire».
Le federazioni si muovono in maniera molto autonoma, anche se con molte il Coni sta portando avanti una collaborazione. «Le indicazioni si basano sull’utilizzo di una metodologia adeguata per l’insegnamento sportivo – aggiunge Puddu – che tra l’altro derivano dalle indicazioni del Cio sulla parità di genere e sulla pratica inclusiva. È un’attività molto interessante alle quali si stanno avvicinando anche altre federazioni».
La parte conclusiva del convegno ha visto protagoniste la velista olimpica Giovanna Micol e vincitrice della prima edizione della Puig Women’s America’s cup co n il Team Luna Rossa Prada Pirelli, l’olimpionica del tiro a segno Valentina Turisini, le giornaliste Francesca Spangaro e Francesca Terranova che, moderate da Alessio Briganti, hanno parlato di possibili soluzioni per aumentare i numeri dei tecnici e dirigenti donne, la vela professionistica delle donne e lo sviluppo degli equipaggi misti, il sorpasso di genere nella formazione, dove a studiare all’università e a laurearsi sono in prevalenza donne. —

 

 

 

 

 

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