Tre campionesse mondiali hanno dato lustro alla serata
Tre neo-campionesse del mondo di canottaggio in un colpo solo e i loro allenatori. E’ stata una conviviale molto prestigiosa e interessante, quella di ottobre, per i soci del Panathlon Club Trieste-Muggia. Protagoniste della serata Samantha Premerl, Maria Elena Zerboni e Ilaria Corazza. Le prime due, iridate a Racice in Repubblica Ceca nel “due senza” pesi leggeri, entrambe del Circolo Canottieri Saturnia di Trieste, erano accompagnate da Spartaco Barbo. La terza, oro sempre a Racice nel “quattro di coppia” pesi leggeri, portacolori della Timavo Monfalcone, era con Lorenzo Tedesco, direttore tecnico del sodalizio bisiaco.
Mentre sul maxi-schermo nella sala dedicata del Savoia Excelsior Palace Hotel scorrevano le immagini delle due finali che hanno viste protagoniste le tre atlete regionali, loro stesse hanno raccontato le loro emozioni prima, durante e dopo le cavalcate verso i titoli mondiali, le scelte tattiche effettuate e le conduzioni delle loro rispettive gare. Per Premerl-Zerboni, come ha sottolineato Spartaco Barbo (che oltre ad essere il Direttore Tecnico del circolo triestino è anche uno dei responsabili delle nazionali giovanili azzurre), “questo titolo è stato il coronamento perfetto di un programma biennale avviato a inizio 2021 e che avevamo tenuto segreto per non creare troppe aspettative che avrebbero messo pressioni eccessive sulle ragazze”. Biennio che visto le due ragazze vincere tutto quel che c’era da vincere: due titoli iridati Under 23, abbassando in entrambi i casi il record mondiale, due titoli europei under 23 (l’anno scorso in realtà solo Zerboni, perché Premerl era infortunata), un titolo mondiale assoluto, quello del mese scorso appunto.
Per Ilaria Corazza non c’era a monte un programma di medio termine come per le due triestine. Però anche per lei e per le sue compagne di barca la crescita quest’anno è stata costante e dosata in modo perfetto per arrivare al top proprio al mondiale.
E adesso? Adesso si apre un capitolo nuovo. Intanto la coppia del Saturnia si scoppia. “Ho ottenuto una borsa di studio universitaria a Varese e mi trasferisco lì. Mi allenerò a Gavirate in singolo, grazie all’ospitalità del locale circolo canottieri, poi vedremo”, ha detto pubblicamente Samantha Premerl ai soci panathleti. “Io invece resto a Trieste e anche io mi allenerò nel singolo. Ma intanto ho provato il Coastal Rowing (che dal 2028 entrerà nel programma olimpico, ndr) e non è andata male: sono arrivata quarta al mondiale in Galles”, le ha fatto eco Maria Elena Zerboni. La speranza è che, abituatesi al doppio remo, possano tornare a fare equipaggio insieme sul “due di coppia”, che è l’unica imbarcazione pesi leggeri ammessa (per l’ultima volta, prima di lasciare il posto proprio al Coastal Rowing) a Parigi 2024.
Anche per Ilaria Corazza il futuro prossimo prevede la possibilità di cambiamento, proprio in chiave olimpica: “Io sul ‘due di coppia’ ho già gareggiato per alcune stagioni, prima di passare al ‘quattro’”, ha detto. Quindi, un ritorno indietro potrebbe esserle più agevole. Ma è tutto ancora in divenire, valutazioni e programmazione della Federcanottaggio sono ancora da fare.
Ma per Corazza, Premerl e Zerboni (che hanno un’età compresa fra i 20 e i 22 anni, quindi ancora giovanissime), le prospettive agonistiche possono guardare anche alle Olimpiadi americane del 2028. “Fra sei anni sarebbero tutte e tre nella piena maturità agonistica – hanno sostenuto all’unisono i due tecnico Barbo e Tedesco – ma i pesi leggeri non ci saranno più e dovranno fare una scelta: potenziare il fisico e passare sulle barche ‘pesanti’, oppure optare per il Coastal Rowing”.
“Io fisicamente sarei già predisposta per una barca pesante, non dovrei potenziarmi molto – ha detto Samantha – mentre il Coastal Rowing non l’ho mai provato e non so se potrei fare al caso”. “Io invece, come ho già detto, il Coastal l’ho fatto, mi sono abbastanza divertita e ho fatto anche abbastanza bene”, ha chiarito da parte sua Maria Elena. “Io Coastal non ne ho fatto e non mi sento molto attratta da questa disciplina – ha chiosato Ilaria -. Proverei le barche pesanti, anche perché non è più come una volta soltanto una questione di stazza fisica. Oggi la differenza si fa anche con la componente tecnica”. Naturalmente la serata ha avuto un’ampia appendice dedicata al dibattito, con le numerose domande dei soci alle quali tutti e cinque gli ospiti hanno risposto volentieri e in modo chiaro ed esauriente.