Una serata dedicata al rugby per la conviviale di maggio del Panathlon club Pordenone.
Nello scenario dell’impianto di via Mantegna, casa del Pordenone Rugby, il Panathlon Club di Pordenone ha potuto conoscere la magnifica realtà di questo sport duro negli scontri fisici ma nobile e generoso per la lealtà ed il grande cuore di chi lo ama e lo pratica.
Il Pordenone Rugby che ci ha ospitato è una realtà straordinaria, capace di mettere in campo in sei campionati diversi quasi 300 atleti tesserati. Partendo dai 150 bambini e ragazzi dai 5 ai 13 anni, passando dalle squadre under 15, under 17, femminile e senior per arrivare alla squadra old, con un ventaglio di età che parte dai 5 e arriva ai 60 anni.
Non è un caso se a promuovere la serata al rugby è stata Romina Santin: il rugby a Pordenone mosse i primi pionieristici passi sul campo di calcio del San Marco, di fronte alla chiesa della Santissima, e i primi atleti potevano contare sulla generosità di Giovanni Santin, che aveva dedicato loro lo scantinato del suo hotel proprio lì di fronte, perché lo usassero come spogliatoio.
Gestire tutti questi atleti e due campi da rugby non è impresa facile, ma il presidente Michele Loschi può contare sul generoso aiuto di tanti volontari, che investono il loro tempo con entusiasmo per sostenere questa magnifica realtà. E tra coloro che fanno parte integrante di questa grande famiglia c’è un gruppo di persone diversamente abili che trascorre le proprie giornate nella club house e nei locali del Rugby Pordenone, collaborando con entusiasmo alla vita del club.
In questa cornice i soci hanno assistito all’allenamento e conosciuto le atlete del Forum Iulii, una squadra femminile di rugby che milita in serie A e che davvero vale la pena di conoscere. Nasce infatti dalla volontà di diverse società con la collaborazione della Federugby regionale, rappresentata alla serata dal responsabile dei settori giovanile e femminile Maurizio Buzzar, di unire le loro forze per poter disputare ad alto livello il campionato di serie A di rugby a 15. Oggi queste quaranta ragazze, che ieri si scontravano sui campi da gioco, costituiscono oggi una vera, grande famiglia, la cui casa è il campo, itinerante (anche se il campo di casa è quello di Bagnaria Arsa), su cui si ritrovano per allenarsi o disputare le partite. Vengono da sei province, facendo anche più di 100km per allenarsi e giocare, mosse dall’entusiasmo e dall’amore per lo sport.
Anche il pallone che viene usato in campo, con i colori azzurro e rosa, ci parla di quanto il movimento femminile stia diventando importante nello sport del Rugby.
Ed è dalla generosità e sensibilità delle ragazze della squadra che nasce l’idea di raccogliere fondi per l’attività benefica che Voce donna compie sul territorio. Colpite dalla tragica scomparsa di Giulia Cecchettin, le giocatrici hanno deciso che in tutte le partite giocate in casa raccoglieranno fondi per questa associazione del territorio che si occupa di ascoltare, consigliare e indirizzare le donne vittime di violenza, fornendo loro case sicure in cui rifugiarsi ed aiutandole ad uscire dall’abisso di orrore in cui si erano ritrovate.
La serata è stata l’occasione di dare il benvenuto a due nuovi soci, Augusto Cassini e Fabio de Sibio, che sono così entrati, con la cerimonia della spillatura, nella grande famiglia del Panathlon.