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Il Panathlon Udine dà il benvenuto alla musica

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i cento anni degli amici della musica e le agane: tra musica, mito e magia

Serata inusuale quella dello scorso 26 maggio alla base operativa del Panathlon Club di Udine, dove a tener banco non sono stati degli illustri sportivi bensì delle illustre musiciste avvolte dal mistero.

Le Agane, questo il loro nome, sotto la direzione artistica di Luisa Sello hanno fatto risuonare la dolce e avvolgente musica dei loro flauti tra i tavoli degli ospiti, facendo sembrare naturale e semplice il muoversi tanto sinuosamente mentre con uno strumento, il fiato e le dita incantavano la platea.

Luisa Sello, solo per dare qualche riferimento, si è formata alla prestigiosa scuola di Parigi ed è docente al Conservatorio di Trieste, all’Accademia Orpheus di Vienna e alla New Bulgarian University. La sua scuola permette quindi di presentare un ensemble compatto e di livello, attingendo all’esperienza di molti anni di docenza e di concertismo. E’ presidente degli Amici della Musica dal 2008.

E sono proprio gli Amici della Musica il motivo di questa lieta riunione: ben venti lustri sono passati dalla loro nascita, e per chi non sapesse chi sono questo è l’anno giusto per scoprirlo. Nata nel 1922, l’Associazione degli Amici della Musica è una fra le più consolidate società concertistiche italiane ed europee. La programmazione ha visto fin dall’inizio grandi nomi di musicisti ormai entrati nella storia dell’interpretazione, quali Arthur Rubinstein, Arturo Benedetti Michelangeli, il Trio di Trieste, Maurizio Pollini, Bruno Leonardo Gelber, Sviatoslav Richter, Salvatore Accardo, il trio Beaux Arts, il Quartetto Amadeus.

In 100 anni di storia gli Amici della Musica si sono esibiti dappertutto in città, dalle palestre dei licei al Palazzo della Provincia, ma tuttora non c’è un luogo veramente adatto alla musica da camera a Udine. Attualmente la base è il Palamostre, palcoscenico ottimo a livello di spazio e di capienza (500 posti) ma non di acustica, essendo più adatto alla prosa. Il Giovanni da Udine purtroppo non tornerebbe utile a questo scopo, prestandosi per caratteristiche esclusivamente alla musica sinfonica e lirica.

Anche Sala Ajace è stata utilizzata in passato, ma oggigiorno la capienza è stata drasticamente ridotta per ragioni di sicurezza; tuttavia la buona notizia è che, in ricorrenza proprio del centesimo compleanno degli Amici della Musica, a ottobre 2022 essa tornerà ad essere anche una sala da concerto, e per l’occasione un prestigioso pianoforte gran coda Steinway, acquistato dall’Associazione nel 1961 e ora in fase di restauro, verrà collocato al centro della sala.

Torniamo ora però a scoprire le Agane: chi sono? Lis Aganis, figure femminili mitiche che abitano attorno ai corsi d’acqua e nelle grotte, hanno sempre mantenuto un rapporto ambiguo e ambivalente con gli esseri umani. Con nomi e caratteristiche diverse, popolano il mondo leggendario di molti paesi dell’arco alpino.

Esse si presentano alla fauna boschiva e intrecciano delle danze circolari; sanno dare gioia e sanno onorare la felicità di essere tra la natura. Sono di origine nordica e sono moltissimi i luoghi in cui si nascondono anche qui in Friuli Venezia Giulia, ad esempio in Carnia, dove perfino Carducci ne omaggiò il mito quando, soggiornando a Piano d’Arta, venne a conoscenza di una leggenda che narra di bionde fate germaniche, trasportate, nelle fredde albe alpine, da nubi dorate al sole nascente, sulle cime del monte Tenchia ove intrecciano danze e canti dolcissimi, giocando nelle turbinose acque del torrente But. Al loro richiamo si uniscono le altre sorelle fate abitatrici della Carnia e, dalle valli, sale sospinto da vivificanti zefiri primaverili nel rinnovarsi della natura, il misterioso coro dell’amore.

Le Agane dei giorni nostri, quelle giunte da noi all’Astoria, sono invece uscite spesso dai confini carnici, esibendosi, tra gli altri, ad eventi internazionali a Pechino e Qingdao, al festival Internazionale Flautistico rappresentando l’Italia, al Museum Quartier di Vienna, al Festival Imago Sloveniae di Lubiana ed al Festival internazionale di Varna in Bulgaria. Saranno inoltre chiamate a rappresentare l’Italia al Festival Internazionale di Chicago il prossimo mese di agosto.

Ce n’erano quattro, oltre a Luisa, a suonare in questa serata: Ilaria Prelaz, Saulė Pavilionytė, Veronica Bortot e Xenia Franeta.

Luisa ci ha tenuto a riportare un dato nel raccontare dell’attività che lei e le sue musiciste svolgono quando fanno conoscere il loro progetto in giro per le scuole: l’85% dei ragazzi non fanno musica in alcun modo. Per incentivarne la conoscenza, l’associazione mette a disposizione degli istituti scolastici delle tessere fruibili per i concerti di musica classica grazie alle donazioni di club come il Panathlon.

La serata si è conclusa con la consegna del libro “100 stagioni concertistiche – Il coronamento di un secolo”, a cura del musicologo Alessio Screm, da parte di Luisa a Margherita, da presidente a presidente.

E ora, per concludere, credo che il congedo migliore sia riportare un estratto dei versi scritti dal Poeta Carducci e cercare di immedesimarvisi.

 

 

Nel mattin perlato e freddo

De le stelle al muto albor

Snelle vengono le fate

su moventi nubi d’or.

Elle vengon con l’aurora

Di Germania ivi a danzar.

Treman l’ombre degli abeti

Nere e verdi al trapassar.

De la But che irrompe e scroscia

Elle ridono al fragor,

E in quel vortice d’argento

striscian via le chiome d’or.

Freddo e nitido è il lavacro

Ed il sole anche non par.

Su la vetta de la Tenca

Incominciano a danzar.

Bianche in vesta, rossi i veli,

I capelli nembi d’or,

Che abbandonano ridenti

De li zefiri a l’amor.

Poi con voce arguta e molle,

Sì che d’arpe un suono par

Le sorelle de la Carnia

incominciano a chiamar.

 

Filippo Dondè

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