Il pallavolista che ha vinto e trasformato una grave malattia in un’opportunità per aiutare gli altri
Per chi non lo conoscesse, Jack (Giacomo) Sintini è un pallavolista che si è distinto sin da giovane nel panorama pallavolistico italiano: pur avendo iniziato a giocare a pallavolo intorno ai quindici anni, già a diciotto aveva firmato il suo primo contratto in Serie A.
Da quel momento la sua crescita come giocatore non si è mai arrestata e ha visto diversi successi, dalla partecipazione alle Nazionali giovanili fino a ricoprire ruoli sempre più importanti all’interno di club sempre più rilevanti nel mondo della pallavolo, sia in Italia che all’estero.
Al termine della stagione agonistica 2010-2011, al rientro dal suo impegno in Russia dove ha militato per il VK Belogor’e, gli venne diagnosticato un tumore al sistema linfatico che lo costrinse ad abbandonare l’attività agonistica.
Da quel momento è iniziata la sua lotta contro la malattia che ha vinto affrontandola con determinazione e diligenza, ma soprattutto affidandosi alla “squadra” di medici, infermieri e persone a lui vicine che lo hanno aiutato a sostenere questo traumatico percorso.
A pochi mesi dalla diagnosi, il cancro è in remissione completa e di lì a poco, riesce a ritornare in palestra per rigenerare la propria condizione fisica, ricreare cioè ciò che la malattia aveva logorato. Nel maggio 2012, firma un contratto con la Trentino Volley, una delle più forti squadre del momento, per tornare sui campi da gioco nella stagione 2012-2013. Nella gara 5 dei play off disputata nel maggio 2013, gara determinante per l’assegnazione dello scudetto, gioca in modo entusiasmante, contribuendo a portare la propria squadra alla vittoria tanto da essere nominato MVP della partita.
Ospite lo scorso 31 marzo al Panathlon Club di Pordenone, presieduto da Massimo Passeri, ha parlato agli ospiti, rigorosamente on-line, e nel condividere la propria esperienza, ha coinvolto i partecipanti trasmettendo valori e principi da fare propri oltre che a diversi spunti di riflessione.
Nell’affrontare la propria malattia, ha raccontato di essersi appoggiato ai tre pilastri fondamentali che lo hanno formato: la famiglia, la scuola e la palestra.
In palestra ha imparato infatti, che i successi sono il frutto del lavoro comune di tutta la squadra, di un gruppo di persone che opera in sintonia per un intento comune.
Ed è proprio sull’affetto della famiglia e sulla professionalità dei medici e del personale che lo ha preso in cura, a cui si è appoggiato per vincere la sua battaglia e con loro ha lavorato in sinergia seguendo con fiducia le loro indicazioni. Anche nei momenti più difficili, si è fatto forza facendo riferimento al proprio amato campo di pallavolo: “mai arrendersi a metà, i conti si fanno sempre alla fine della partita”.
Dopo aver superato quest’esperienza ha dato vita ad un’associazione che porta il suo nome, l’Associazione Giacomo Sintini, che si pone l’obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca su leucemie e linfomi e per l’assistenza in campo onco-ematologico, portando spesso anche un contributo concreto nei reparti di oncologia di tutta Italia per “cercare di restituire tutta la gratitudine per ciò che ho ricevuto nel mio periodo di malattia”, perché nella vita non bisogna mai dimenticarsi di ‘dare’. Nel 2014 pubblica il suo primo libro, “Forza e Coraggio” e ora si occupa di formazione motivazionale nelle scuole e nelle aziende.
Nella foto 1: in alto a sinistra il presidente del Panathlon Club Pordenone, Massimo Passeri: in lato a destra l’ospite del Club, Giacomo “Jack” Sintini
Nella foto 2: Giacomo “Jack” Sintini alla vittoria dello scudetto 2013 per la Trentino Volley