UN PANATHLETA, PINO ROSENWIRTH, TRA I FONDATORI E TUTTORA PRESIDENTE ONORARIO
Una simpatica serata quella della celebrazione dell’anniversario della Scuola di Sci Piancavallo. È stata aperta con il racconto della storia dello sviluppo di Piancavallo. Una storia che vede tra i suoi protagonisti Pino Rosenwirth, socio del Club di Tarvisio.
Data l’importanza che Piancavallo ha saputo assumere nel contesto del mondo dello sci è una storia, assieme a quello avuto da Rosenwirth, che merita di essere conosciuta e conservata. La pubblichiamo riportando quasi per intero l’intervento del suo principale pioniere, Mario Sartori di Borgoricco.
È anche un racconto che riporta alla memoria degli appassionati dello sci non più giovanissimi a tempi nei quali si affrontava la montagna con qualche comodità in meno e ricorda a tutti che le possibilità di attività sportiva che oggi abbiamo a disposizione sono frutto anche di tanto lavoro di chi ci ha preceduto.
Un aspetto che dovrebbe essere meglio conosciuto. Pochi sport si sono evoluti in termini di materiali e tecniche come lo sci. Non sono cambiate solo gli sci, da quelli lunghi, di legno pesanti con attacchi a molla usati con scarponi di cuoio agli attuali carver in materiali compositi, ma enormemente anche la tecnica. Un continuo rinnovamento che la Scuola ha saputo gestire non solo con l’aggiornamento formativo ma anche generazionale. L’attuale Direttore della scuola, Pio Boccolini, ricorda che una volta si riteneva lo sci un attività fisica innaturale mentre oggi è divenuto applicazione delle naturali leggi fisiche dell’equilibrio del nostro corpo e controllo delle varie forze che intervengono nel movimento. Dinamiche che richiedono reazioni naturali ma non istintive.
Generazioni di maestri si sono avvicendate e oggi sono una sessantina, dei quali il 60% attivo. Mezzo secolo di scuola ha visto direttori come gli azzurri olimpionici Dino Pompanini e Helmut Schmalz e moltissimi giovani avviati alla pratica di questo sport della montagna. Si tratta di numeri ai quali non si pensa ma che anche se valutati a spanne possono farne meglio capire l’importanza: una media di 20 maestri per 50 inverni che abbiano istruito ciascuno 100 ragazzi significano 100.000 giovani avviati a questo affascinante sport. E le nuove tecniche e materiali lo aprono ora anche ai “non più giovanissimi” ma fisicamente attivi.
Cinquant’anni di Piancavallo ricordati da Mario Sartori di Borgoricco:
Quando facevamo le gare di istituto, o si andava in Cansiglio, la mitica pista delle Rotte , o in Piancavallo. Si saliva fino alla Bornass, e un poco più su con la Jeep dei dell’Angela Rigo, e poi a piedi, sci in spalla fino al rifugio del CAI. Il più delle volte si camminava tra pioggia e neve fino alla quota più alta. Asciugare gli scarponi di pegamoide, intrisi d’acqua, davanti al fuoco del camino del Rifugio Policreti era un grande sollievo. Le gare si facevano solo se l’innevamento era tale da coprire gli enormi trovanti di ghiacciaio. Era un po’ un’avventura ma il ricordo comunque positivo, rimaneva impresso nella memoria.”
“Erano gli inizi degli anni 60. La rinascita dopo la guerra. Uno sviluppo economico travolgente. L’oscar della lira. .. stava nascendo una domanda per un turismo popolare, di massa.
La mia riflessione, e poi scelta ,è stata quindi l’opportunità di traferire questo trend anche al turismo montano Estendere al turismo sociale anche lo sci. Occorreva un luogo adatto: vicino alle città, facile da raggiungere, ben innevato: PIANCAVALLO, che era già nei miei ricordi, mi sembrava avere i requisiti richiesti. Non una piccola Cortina come altri hanno voluto chiamarlo, ma l’ideale per una palestra degli sport invernali.
Il Comune di Aviano, con il Sindaco della Puppa , aveva già provato a valorizzare la sua montagna con piani urbanistici e lottizzazioni. Il primo piano urbanistico, con l’aeroporto, era un po’ velleitario. Il secondo di Garlato e Raffin era più credibile. Le lottizzazioni di Pian delle More e Pian Mazzega però erano state vendute a poche lire al metro quadro e destinate all’insuccesso, sia per la mancanza di infrastrutture (chi le pagava ?) che per il rischio valanghe, come ricorda il Geom. Alvise Berti nel suo libro di ricordi, aneddoti e personaggi del Polo turistico di Piancavallo
Fu così che il Comune cedette alla società che avevo costituito, la EDILTUR srl, la lottizzazione di Buse de Villotta.
Con l’acquisto (dall’Avv. Cortellazzo ,Mazzadi e Luciano della Bornass) anche dell’unica sciovia e delle relative concessioni del demanio sciabile , la società Ediltur diveniva unica protagonista dello sviluppo .
Molti erano i problemi da risolvere e vanno ricordati tutti i collaboratori senza i quali non si sarebbe potuto procedere. L’ing. Franco Aprilis , per l’ “invenzione” dell’approvvigionamento idrico ,con i laghetti artificiali realizzati con guaine impermeabili svedesi. Umberto Acco, per la asfaltatura della strada di accesso; l’impresa Polese e Lucchese per le canalette alla francese della strada e l’edilizia; in particolare la realizzazione del Park Hotel a tempi di record; l’arch. GP Mar per le progettazioni civili e l’urbanistica; e ancora, il geom. Alvise Berti, , Redento Toffoli, Rizzo per i movimenti terra, l’Ing .Ernesto Leitner per gli impianti; Predieri e Fontana all’Azienda turistica ;il dott. Palermo, Commissario agli usi civici, Pasquetti per le linee elettriche, l’arch. Belga-svedese Ambientalista Gyssels e OlivoToffoli per il verde (un intervento ambientalista ante litteram: 11000 alberi adulti di faggio, abete bianco e rosso e 300.000 piccole piante da semanzaio sotto l’egida del Forestale dott Ceschel ! ); tutti i presidenti e direttori degli sci club ; il vicesindaco di Aviano Geom Barbot; i fratelli Mazzega ; l’indimenticato Marco Cescut ; Ernesto Magni per lo scambio e l’integrazione con i villaggi al mare ;Graziano Sartorato, dal mare a gestore del Rifugio Policreti, poi albergo, con la moglie Anna. Il personale degli impianti. Mario Sandrin che dimostra ancora la sua partecipazione attiva e affettuosa con l’edizione della patinata rivista Piancavallo Magazine , oramai alla 27 ma edizione . E mi spiace se ora dimentico qualcuno.
Di ognuno di loro potrei recuperare, nei miei ricordi, meriti, intelligenza, fatiche e grande disponibilità. Una grande orchestra dove non esistevano contrasti, invidie o personalismi, ma una grande volontà di non ritenere alcun ostacolo insormontabile. Ricordo ancora la benevolenza nel tempo dei politici regionali : Comelli, Biasutti, Giust, De Carli, Dal Mas , Vespasiano e Francescutto.
La società intanto provvedeva a garantire tutti i servizi: negozi, guardia medica, farmacia, banca, distributore di benzina, piscine coperte e sale massaggi. Valorizzava inoltre attraverso la Pro Loco, appositamente costituita, le tradizioni avianesi, con i Danzerini in primo Piano, con i loro costumi, che rallegravano le manifestazioni.
Programmerà anche l’ampliamento del demanio sciabile fino alla Casera Palantina nell’Alpago. Poi rimasto inattuato per la concorrenza di nuovi comprensori sciistici nel vicino Veneto.
Così la stazione è cresciuta, ma la chiave di volta , come scrivono Pietro e Marco Angelillo nel loro bel libro, fu l’arrivo a Piancavallo di Giuseppe Rosenwirth, geom di Tarvisio, campione regionale di sci ,portato da Bepi Meschnik e da quel Giancarlo Predieri , che aveva reso grande lo Sci Club Pordenone , e che sentiva la necessità di una capacità organizzativa qualificata per il polo sciistico emergente .
E’ con Pino Rosenwirth i che lo sci diventa protagonista assoluto, e popolare, con la scuola che oggi compie 50 anni, con maestri all’inizio da fuori, Cervinia, Cortina, Sappada, poi anche nati in casa, con le gare sempre più importanti fino a prove di Coppa del mondo, con la collaborazione con l’ l’arch. Umberto Merlo ,con Mario Cotelli e Peccedi della Valanga Azzurra , con l’invenzione della neve artificiale , prima in Italia e seconda in Europa, e con la successiva chiamata a collaborare di due personaggi , di grande statura , l’azzurro Dino Pompanin di Cortina ed il mitico Helmut Schmalz.
Pino Rosenwith è stato l’interprete principale della filosofia che ha caratterizzato in quella stagione l’attività imprenditoriale della Società Ediltur.
Per ragioni di contrasti con i soci, relativamente alla Baia di Sistiana, ho lasciato la società, la prima volta, nel 1978. Poi sono ritornato a Piancavallo con la sola gestione degli impianti, che avevo riacquistato vendendo i campeggi al mare, fino al 1987 quando è subentrata Promotur .
Migliaia sono i nuovi praticanti degli sport invernali formati dai maestri di Piancavallo che oggi sono in grado di frequentare e godere, con perizia, delle offerte turistiche delle più rinomate Stazioni di Montagna.
Il mio obiettivo di estendere la pratica degli sport invernali ad un più ampio bacino sociale di utenti è stato raggiunto. Grazie a Pino e grazie a tutti voi.”
Nelle Immagini: Pino Rosenwirth, Pio Boccolini, Max Deantoni e Antonella Tellini