DALMASSON: "SOGNAVO DI giocare nella serie a di calcio, ci sono arrivato con trieste, ma da allenatore di basket
Una lunga chiacchierata sulla sua lunga esperienza in panchina a Trieste, ma anche pillole della sua vita sportiva precedente al basket e il racconto di come è arrivato alla palla a spicchi. Questa è stata, in estrema sintesi, la scorsa serata conviviale del club Trieste Muggia. Non sappiamo se per il momento magico che sta attraversando l’Alma Pallacanestro Trieste e la fortissima comunanza che si è creata fra città e squadra in questi momenti di difficolta societaria o se per conoscere da vicino un personaggio tanto bravo quanto riservato e poco portato a fare il ‘piacione’. Fatto sta che c’è stata un’affluenza di partecipanti superiore alla media, con la sala apparsa addirittura troppo piccola per ospitare tutti.
E il capo allenatore biancorosso non si è tirato indietro, dialogando con i soci per più di un’ora senza sottrarsi ad alcuna domanda. Accogliendo con piacere e quasi con pudore i tanti complimenti e incoraggiamenti ricevuti. Non era nato cestista, Dalmasson. “Al contrario, da piccolino ho iniziato a giocare a calcio, seguendo anche le orme di un mio zio che era arrivato fino ai grandi palcoscenici italiani – ha rivelato il tecnico -. Centrocampista di buone qualità, ho esordito con la Mestrina in serie C a soli 16 anni, proprio contro la Triestina al vecchio Grezar. Sognavo di arrivare in alto, ma quando mi accorsi che i miei obiettivi erano troppo sovradimensionati rispetto alle mie qualità, ho smesso di sognare e ho iniziato una più solida carriera lavorativa”.
Insegnante di educazione motoria nella scuola primaria dopo aver vinto un concorso pubblico, Eugenio Dalmasson è arrivato alla pallacanestro per caso: “Un mio collega mi aveva chiesto di aiutarlo a preparare un gruppo di ragazzini che giocavano a pallacanestro, io di questa disciplina sapevo quasi nulla, ho iniziato a studiarla e fare corsi di apprendimento, mi sono appassionato e da lì è nato tutto”.
E’ arrivato a Trieste con un semplice contratto annuale firmato nel giugno 2010, con la squadra in serie B1, dopo 9 anni è ancora qui. E dalla serie B1 ha portato la squadra in serie A e subito ai playoff da neopromossa. “Con Matteo Boniciolli, l’uomo che mi ha chiamato qui, accordo e feeling sono stati immediati, mi ha chiesto di lavorare con i giovani soprattutto locali e mi ha lasciato spazio per farlo. E in questi nove anni ben 54 giovani giocatori triestini sono arrivati a vestire la maglia della prima squadra cittadina. Di questo sono orgoglioso”. Un record, sottolineato dall’applauso riconoscente dei presenti e dal generale in bocca al lupo rivolto al tecnico per i playoff.