In videoconferenza la Presidente alessandra orlich ha spiegato come intende riportare in alto il sodalizio. obiettivo: scudetto in tre anni
Il Panathlon Club Trieste Muggia ha avviato ufficialmente l’attività sociale per il 2021, ovviamente in videoconferenza e non in presenza, con una serata dedicata alla Pallamano Trieste. Ospite sulla piattaforma Zoom è stata la Presidente della società, Alessandra Orlich, in sella dall’estate dello scorso anno. Una svolta epocale, la sua ascesa alla massima carica sociale, perché ha preso il posto del professor Giuseppe Lo Duca, fondatore del club nel 1970 e da allora sempre all’interno con ruoli differenti, ma apicali (allenatore, dirigente, presidente). Dopo 50 anni esatti, ha deciso di fare un passo indietro e lasciare ad altri il timone, restando nella sua “famiglia” biancorossa con il ruolo puramente simbolico di Presidente Onorario.
Alessandra Orlich, già vulcanica di suo (mental coach, ex atleta di arti marziali, ex giocatrice di pallamano, una formazione professionale nel marketing, nella formazione del personale per la vendita di software e nell’assistenza psicologica agli atleti compiuta negli Stati Uniti), sta rivoltando la Pallamano Trieste come un calzino. Soprattutto nell’approccio mentale, ovviamente, alla gestione della società. “Con la nuova dirigenza – ha spiegato all’uditorio virtuale – abbiamo cambiato passo, mandando in archivio la stagione dell’assistenzialismo pubblico e privato, che pure è stato fondamentale per la sopravvivenza negli anni scorsi, puntando invece a una gestione imprenditoriale del club”. E si è cominciato a lavorare di sostanza (“dopo l’interruzione dello scorso anno a causa del lockdown, abbiamo riavviato la collaborazione con il mondo della scuola, soprattutto quella primaria, per ricreare il nostro serbatoio giovanile naturale – ha sottolineato la Presidente -, abbiamo iscritto una nostra squadra alla serie B per dare modo ai giovani di farsi le ossa prima di approdare alla prima squadra e avviato anche il settore femminile”), ma anche di fantasia: “Stavamo pensando a qualcosa di innovativo per approvvigionare finanziariamente il club. E oltre al match sponsor, cioè quello che si abbina alla nostra prima squadra per una singola partita, ci siamo inventati anche lo sponsor personale per ogni singolo giocatore. Un finanziatore, cioè, che sceglie un nostro atleta e mette il suo marchio esclusivamente sulla sua maglia. Abbiamo già trovato i finanziatori per l’intera rosa”.
Tutto questo, se pure di primo acchito punta all’indipendenza finanziaria del club, ha in realtà una finalità più ampia e profonda: riportare la chiesa al centro del villaggio. Che tradotto, vuol dire rimettere la Pallamano Trieste in cima, il luogo che il sodalizio ha occupato per gran parte della sua esistenza. Con i 17 scudetti vinti dalla prima squadra e quelli innumerevoli portati a casa dal settore giovanile nel mezzo secolo di vita della disciplina in Italia, la Pallamano Trieste è comunemente appellata come la “Juventus dell’handball”. Tanto per capire: a seguire, le più titolate sono ex aequo Bolzano e Conversano con 5 (!) scudetti a testa, poi Rovereto con 4 e via via poche altre. La perdita degli sponsor nell’ultimo decennio a causa della rovinosa crisi finanziaria generale attraversata non solo dall’Italia, ma da tutto il mondo, hanno fatto lentamente scivolare il club nell’oblio; fino al paradosso del rischio di estinzione proprio nell’anno del cinquantenario. Con la svolta societaria, si ritorna in pista. “L’obiettivo primario? Semplice – non si nasconde Alessandra Orlich – entro tre anni tornare a vincere lo scudetto tricolore”. Normalmente scudetto, direbbe qualche altro…
Matteo Contessa