una riflessione di luciano barra sulla selezione degli atleti che parteciperanno ai giochi di tokio 2020
Articolo di Luciano Barra
Vero che i numeri dei “qualificandi” li stabiliscono le Federazioni Internazionali: ma nel suo ruolo di notaio, almeno il CONI avrebbe potuto fissare dei criteri all’insegna della qualità più che della quantità. Come ha fatto il Nuoto.
Les jeux sont faits! Il CONI e la FIDAL hanno ufficializzato “le loro rappresentative” ai Giochi. Ho scritto “le loro rappresentative” proprio perché si tratta di una squadra composita e fatta dalla somma di qualificati dei diversi sport, e quindi delle diverse Federazioni, Nazionali ed Internazionali, e non basata su una decisione centralizzata del CONI. Questi, al momento, i numeri: 372 complessivi e 76 quelli dell’Atletica. Tanti o troppi? Di primo istinto avrei detto “Troppi”, ma poi ho fatto un esame di coscienza (non della mia) ed ho concluso che sono “Tanti”. Perché questo buonismo?
Perché dopo due anni tribolati come quelli appena passati questa “manna” può servire a ridare entusiasmo al mondo di base dello sport: a società, atleti e tecnici. Loro ne hanno bisogno mentre nel caso delle Federazioni, almeno per l’Atletica, ci sarebbe bisogno di fare altri tipi di riflessioni. Non sono in grado di emettere un giudizio sugli altri sport.
Tutti, CONI, Federazioni, media, pubblica opinione sono stati fino ad oggi entusiasti affinché le diverse rappresentative azzurre ai Giochi fossero numerose. Record di qualificati è stato il mantra per tutti. Ecco alcuni titoli sui giornali di oggi: “Mai così tanti”, “Spedizione record”, “E’ record”, “E’ record storico”, “Italia extra-large”, “E grande Italia” e “L’Italia mai stata così ricca”, tra l’altro mai ricordando che a Tokyo ci sono 39 gare in più. Io mi aggrego ad una condizione che spero sia seguita da tutti gli altri sopra citati. Non sparate sulla croce rossa quando vi saranno delle eliminazioni come mosche. Con un calcolo matematico abbastanza semplicistico se saremo presenti con 372 atleti e se dovessimo vincere 30 medaglie, significa 21 eliminati al giorno!
Io già li vedo i titoli futuri. E mi sono appuntato i nomi di quelli che fino ad oggi hanno gioito ed esaltato questo record di qualificati, senza mai sottolineare che quantità non significa qualità e che un minimo di prudenza era necessaria. Forse anche loro, come io adesso, gioivano per questa “manna” dopo due stagioni a secco. Allora stiamo tutti al gioco e qui si vedrà se esiste in Italia una cultura sportiva tale da non attendersi più del necessario. E per piacere non facciamo statistiche su percentuali di partecipanti e finalisti! D’altronde qualcuno diceva che “l’importante è partecipare”.
Per l’atletica dovremmo essere oltre i 76 selezionati (a rigor di bazzica i maturandi erano anche 80). Fa riflettere che Gran Bretagna, Germania, Francia, Polonia, Giamaica e Spagna abbiano annunciato selezioni al di sotto di questo numero, rispettivamente di 65, 66, 65, 61 e 56. Forse da loro la pandemia è stata più dura. Dei 76 almeno 12 potevano restare a casa. Se necessario bastava fornirli di tuta e quanto altro, bacio accademico e raccomandar loro di fare il tifo per quelli che partivano.
Io non sono d’accordo sul fatto di lasciare la decisione alle Federazioni Internazionali. Il CONI, anche per far valere la sua esistenza, non solo quella che la obbliga ad emettere i biglietti di viaggio (comunque rimborsati dal CIO), avrebbe dovuto stabilire PRIMA dei criteri un tantino più severi. Avrebbe dovuto farlo due anni fa e poi in base ai qualificati dalle Federazioni Internazionali avrebbe potuto scegliere. In Gran Bretagna, Germania e Francia, le rispettive Federazioni di Atletica, non hanno selezionato tutti quelli che avevano soddisfatto i criteri stabiliti da World Athletic (li chiamano Standard). E lo hanno potuto fare perché PRIMA avevano stabiliti dei criteri più severi.
Stranamente è quello che ha fatto la Federazione Italiana di Nuoto che PRIMA ha stabilito dei limiti di qualificazione ben più severi di quelli della FINA e basati sui tempi necessari per entrare nelle semifinali (primi 16) in base ai risultati degli ultimi mondiali. Fosse questo il motivo per cui i nostri nuotatori sono più competitivi?
Il concetto è lo stesso di quando si potano gli ulivi o le viti (una spiegazione è disponibile su richiesta a costo zero). Ma faccio un esempio: tu puoi selezionare atleti che nel 2021 non hanno mai gareggiato od avere in squadra un discobolo che all’improvviso fa sei metri di più del suo normale standard e non dire nulla anche quando circolano voci e dubbi sul peso del disco lanciato? Se ciò fosse dimostrato sarebbe uno scandalo pari a quello del salto allungato.
Fonte: Sport Olimpico 3 luglio 2021
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