Giorgio Brandolin, Delegato del Coni per il Friuli Venezia Giulia è uomo di sport. Anche quando ha fatto politica ad alto livello, ha sempre avuto un occhio di riguardo per lo sport. Goriziano, quindi uomo di confine, è il dirigente sportivo che più di ogni altro ha compreso come attraverso lo sport, attraverso l’amicizia dei popoli, si possa superare quelli che sono i confini nelle menti delle persone in questo Nord Est, che ha un passato di continue treagedie.
– Come è nata l’idea di Alpe Adria?
“Ho vissuto alla periferia di Monfalcone. Una vita nella quale attraverso il lavoro di mia madre, che era sarta, ho incontrato donne, soprattutto, che parlavano friulano, parlavano bisiaco, parlavano Sloveno. Quindi son vissuto in un ambiente che fortunatamente non è stata toccata dalle tragedie delle guerre del cosiddetto secolo breve ma soprattutto che ha sempre parlato e trovato amici che parlavano diverse lingue.
Per me, quindi, è stato assolutamente automatico parlare e ragionare di sport e con gli amici che stavano al di là di un confine che era abbastanza complicato cinquant’anni fa. Via via è stato fortunatamente tolto in Europa nel 2004 e quindi per me è stato molto semplice e naturale cercare di organizzare, quando ne ho avuto la possibilità, concerti e valori che sono l’amicizia, la lealtà, la necessità di conoscerci e rispettarci e penso che lo sport sia uno strumento perfetto per ottenere tutto questo. Gli esempi potrei farne tantissimi. Però devo dire che ho avuto anche dei maestri su questo territorio e anche dirigente sportivi che non nomino solo per non dimenticarne nessuno e quindi penso che sia giusto che continui finché ne avrò la possibilità a impegnarmi su questo territorio su questo impegno di collaborazione transfrontaliera.
– Questo desiderio di andare oltre i confini, quindi, non è solo del Friuli Venezia Giulia: anche da parte slovena austriaca, croata lei ha trovato ampia collaborazione questo, nel suo lavoro?
“Diciamo che in termini di attività amministrativa politica qualche difficoltà ovviamente l’ho trovata perché ci sono strumentalizzazione di qua e di là del Confine tipiche di colori quali fanno politica. Per quanto riguarda invece l’ambiente sportivo posso dire che ho trovato sempre la massima collaborazione in Croazia così come Slovenia ovviamente così come in Austria sia a livello di dirigenti centrali sia soprattutto a livello di dirigenti periferici, cioè dirigenti di società, come quando abbiamo fatto dei gemellaggi con Pirano presso il confine, con Capodistria. Insomma, c’è stata assolutamente una disponibilità di qua e di là del confine.
Ecco forse il momento clou di questo di questa idea di senza confine è stata proprio la candidatura Olimpica Senza Confini con Kranjska Gora e Klagenfurt”.
– Ci ricordiamo tutti un torneo di basket avvenuto proprio a Gorizia, organizzato da lei, nel quale c’era l’Italia, la Fyrom, cioè dell’attuale Macedonia del Nord e un’altra squadra che era stata diciamo così presentata come quasi fosse una nazionale invece era veramente la squadra che comprendeva atleti delle tre nazioni.
“Abbiamo fatto diverse di queste esperienze. Nel basket tu ricordavi questo torneo ma a me piace ricordare come nel 2003 o 2002 abbiamo fatto i campionati europei under 20 di basket con la vittoria tra l’altro della Spagna sulla Serbia, con l’Italia terza e voglio ricordare che questi campionati erano stati assegnati a Nova Gorica e siccome lì non c’è un grande palazzetto dove li abbiamo fatti? nel palazzetto dello Sport di Gorizia.
E ricordo ancora questa emozione ricordo di aver premiato Teodosic grande giocatore e di quella grande squadra italiana facevano parte tra gli altri Datome, Melli, Ricci e Hacket. Per quanto riguarda il calcio avevamo intuito nel 2004 che era necessario, ad esempio, mettere insieme le nazionali under 16 di tutti i paesi che erano entrati quell’anno in Europa tra cui la Slovenia, la Croazia, la Polonia eccetera. Oltre all’Italia abbiamo schierato la rappresentativa fatta con dieci ragazzi italiani e 10 sloveni e abbiamo fatto anche bella figura e quella si chiamava rappresentativa GoInGo e tra l’altro giocava coi colori azzurri e verdi della Slovenia”.
– Questi eventi sportivi hanno avuto anche un grande successo anche perché nella nostra regione la situazione degli impianti le nel Friuli Venezia Giulia è più che buona.
“Il Coni per primo ha sviluppato grazie a grandi dirigenti come, per esempio, Diego Meroi nel calcio, che ha realizzato per primo in Italia, dei campi di calcio regolamentari recitati con gli spogliatoi. La regione Friuli Venezia Giulia ha messo a disposizione cospicui fondi e abbiamo costruito tanti impianti diventando un’isola felice in Italia. Devo anche dire che in Slovenia, Croazia e Austria c’è una dotazione agli impianti incredibile e quindi tutte queste nostre attività transfrontaliere nascevano proprio anche della possibilità di avere questi grandi impianti”.
– E come vede adesso il futuro di Alpe Adria? Soprattutto per quel che riguarda lo sport.
“Alpe Adria è nata come una comunità politica, un’intuizione di grandi che avevano capito come questo nostro poteva essere proprio un esempio di collaborazione al di là dei Confini al di là dell’etnie e delle lingue. Credo che dovrebbe essere sviluppato non soltanto attraverso lo sport, cosa che ci sentiamo di fare. Abbiamo fatto nel 2018 prima della pandemia ai giochi Alpe Adria tra Nuova Goriza e Gorizia per ricordare i 100 anni della fine della guerra mondiale. Credo che dovrebbe esser sviluppata anche a livello politico perché ci sono tante cose che insieme dobbiamo fare. Credo che far ritornare ad un tavolo tutte queste istituzioni questi paesi sarebbe importante perché siamo un esempio concreto di Europa Unita”
– Questa intervista è pubblicata su un nuovo giornale che si chiama AlpeAdriaSport proprio nello spirito e della filosofia di una apertura transfrontaliera dello sport come veicolo di amicizia tra i popoli. Che cosa ci può regalare come augurio?
“Visto che mi sembra di capire che è fondamentale utilizzare i media e i social in questa nostra epoca storica per poter diffondere non solo stupidaggini e tragedie come abbiamo sentito in questi giorni attraverso i cosiddetti influencer. Cera bisogno di uno strumento che veicoli e aiuti comprensione e collaborazione nelle varie attività, in questo caso, sportiva. Come Coni, noi metteremo a disposizione tutte le documentazioni che abbiamo tutte le informazioni affinché attraverso il vostro sito sia tradotto in sloveno, tedesco e inglese e quindi messo a disposizione della Comunità AlpeAdria”.